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Superbonus110 %: fondi agli sgoccioli e possibili modifiche con il Decreto Aiuti-Bis

Superbonus110 %: l’ultimo report di ENEA e le possibili modifiche che verranno introdotte attraverso il Decreto Aiuti-bis.

Mentre il quadro relativo ai bonus ordinari si è discretamente stabilizzato (fatta salva la spinosa situazione relativa al parziale blocco della cessione del credito legato alla presenza del meccanismo di responsabilità solidale, che probabilmente sarà nuovamente soggetta a modifica), il Superbonus110 % continua a essere oggetto di discussione e, probabilmente, di modifiche.

Mentre imperversa la campagna elettorale e questo strumento viene preso a esempio di tutto ciò che c’è di sbagliato (da alcuni) o di tutto ciò che c’è di giusto (da altri), sono recentemente emersi due aspetti di grande rilevo.

Il primo deriva dal report mensile fornito da ENEA sull’andamento del Superbonus110 % aggiornato al 31 Agosto. Esso (clicca qui per scaricarlo), nella prima tabella, evidenzia come siano stati approvati investimenti per 47 miliardi di euro. Sorge spontaneo, come fatto anche dal recente report di OpenPolis, confrontare questo dato con le risorse stanziate a copertura del provvedimento, che risultano attualmente essere pari a circa 33 miliari di euro. Emerge quindi un “ammanco” di circa 14 miliardi di euro tra i fondi stanziati e gli investimenti approvati, con ancora 4 mesi per arrivare alla fine dell’anno. Questa situazione rappresenta un evidente problematica che però, a oggi, il sistema politico-istituzionale si è ben guardato dall’affrontare.

Il secondo riguarda l’iter di conversione del ddl Aiuti-bis e gli emendamenti che stanno piovendo su di esso. In particolare due documenti si concentrano su un aspetto focale in materia di Superbonus110 %: l’eliminazione del vincolo del raggiungimento del SAL 30% entro il 30 settembre per poter attivare la proroga al 31 dicembre all’incentivo per interventi sulle unifamiliari. Tale vincolo è stato introdotto dal Decreto Aiuti e ha causato numerose problematiche che, combinate alla situazione delle forniture, potrebbero far saltare il diritto all’incentivo.  

Entrambe le situazioni evidenziate sono estremamente spinose e starà al Parlamento e all’esecutivo (uscenti o entranti che siano) intervenire per affrontarle.

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