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Ma davvero cambiare aria in casa è così importante?

Nuove finestre, ricambio dell’aria e isolamento dell’involucro edilizio: il collegamento tra questi aspetti in una guida pratica per il consumatore finale.

CIAO A TUTTI!

ANFITblog torna con una nuova uscita! Superato il caldo di Agosto e il trauma da rientro di Settembre, puoi riprendere la lettura di questi brevi articoli, che ti possono dare importanti indicazioni su come gestire al meglio la tua casa e consentire di risparmiare delle belle cifre. Ovviamente il tutto presentato con la semplicità e la chiarezza che caratterizzano sempre ANFITblog.

Prima di iniziare vogliamo raccontarti come è nata l’idea di trattare il tema che affronteremo in questo spazio: tutto è partito da un collega che sosteneva di preferire l’autunno all’estate in quanto più fresco e arieggiato. Questa banale considerazione ci ha fatto subito pensare: “a proposito di aria, ma perché non dedicare il prossimo contenuto all’aerazione degli ambienti?”. Abbiamo quindi deciso di realizzare una guida su questo tema che, senza scendere nel dettaglio di aspetti tecnici, possa chiarire all’utente perché, come, quanto e quando areare casa. Se metterai in pratica le nostre indicazioni non otterrai solo un aumento del confort termico domestico, ma anche il miglioramento della qualità dell’aria ed un risparmio in termini di bolletta.

Siamo sicuri che in prima battuta il tema può sembrare superficiale. Infatti, ci sarà chi penserà: “adesso c’è bisogno di un corso per cambiare l’aria dentro casa?!?” e “in 50 anni che abito qui, da questo punto di vista, non ho mai avuto problemi”. Sono considerazioni legittime, ma che non tengono conto di un fatto: negli anni l’edilizia ed il mondo dei serramenti sono cambiati radicalmente. Fino a non molto tempo fa l’idea di progettare la posa di un infisso era considerata pressoché ridicola, il taglio della schiuma era una pratica usuale e sentire spifferi d’inverno in corrispondenza di una finestra non destava nessuna preoccupazione.

Fortunatamente la situazione attuale è (e sarà sempre più) lontana da quella appena descritta. L’attenzione all’efficienza energetica, al confort acustico e lo sviluppo di sistemi di posa basati sulla progettazione, hanno portato a tecniche e prodotti di qualità molto superiore al passato.

D’altro canto, però, quando si subisce passivamente un cambiamento, si rischia di non coglierne a pieno le potenzialità o peggio di vanificarne i benefici. Anche l’istallazione di nuovi infissi, richiede quindi che l’utente sia consapevole del fatto che casa sua non sarà più come prima e che una abitazione edificata nel 2019 non può essere gestita come le case dei nostri nonni.

Fatta questa premessa, di seguito ci concentreremo sul cosa accade in seguito alla sostituzione dei vecchi infissi in edifici esistenti (magari anche discretamente datati). Saranno evidenziati i grandi benefici che tale misura comporta, ma anche le buone pratiche di gestione dell’abitazione che devono essere messe in campo per evitare sgradevoli sorprese.

Tutto cambia

Il punto di partenza di questo articolo, come già accennato, sta nel fatto che per ottenere il massimo da un prodotto è necessario conoscerne le caratteristiche tecniche e quindi le modalità di utilizzo. Nel caso delle finestre e dell’areazione, l’aspetto che fa la differenza è la capacità di isolamento. Essa oggi ha raggiunto livelli molto elevati e le conseguenze possono essere facilmente toccate con mano: durante il primo inverno successivo all’installazione dei nuovi infissi noterai l’assenza di spifferi e di condensa sui vetri che avevano accompagnato la vita delle precedenti finestre. Tutto ciò è estremante positivo sia in termini di confort, che di efficienza energetica, ma ha delle conseguenze. Il fatto che la casa passi ad essere da un “colabrodo” ad un ambiente adeguatamente isolato, comporta il venir meno del ricambio d’aria che prima si verificava senza bisogno del tuo intervento diretto, seppur a caro prezzo in bolletta. È quindi necessario mettere in campo una strategia di aerazione da parte degli inquilini che compensi il mancato ricircolo che caratterizzava precedentemente la struttura. Trascurare questo mutamento e non mettere in campo i comportamenti adeguati ad esso può essere causa di effetti negativi, tra cui spicca la formazione di muffa. D’altra parte se vieni informato di questi fenomeni, e rispetti le indicazioni riportate in questa guida, puoi sia ottenere i vantaggi derivanti dall’isolamento, sia evitare che all’interno della tua abitazione si sviluppi aria stantia.

Continuando a leggere potrai evitare di ripete anche tu le solite frasi che sicuramente avrai sentito da qualcuno che ha appena cambiato le finestre:

“con quelle mono-vetro che mio padre aveva fatto fare dal suo amico falegname non abbiamo mai avuto di questi problemi, queste a quanto pare sono peggiori”

“non è neanche un anno che le ho comprate e ho la muffa in casa, devono avermi venduto un prodotto scadente”.

Se leggerai con attenzione questa guida, potrai renderti conto di una realtà a prima vista sorprendente: lo svilupparsi di muffa in un’abitazione in cui sono appena stati sostituiti i serramenti, può essere un segno di qualità del prodotto (a patto che l’installazione sia stata a regola d’arte e che quindi non possa essere la causa del fenomeno).

Attenzione però: ciò non significa che ti devi abituare a convivere con le macchie sui muri, anzi, ma che il problema non è legato alla finestra, ma è di natura gestionale.

Questo discorso ti sembra complesso e contraddittorio? In realtà non è così e di seguito ti spieghiamo il perché.

La situazione: umidità e sostanze nocive

In relazione al caso di cui trattiamo in questo testo, la muffa è dovuta a un eccesso di umidità all’interno degli ambienti, che a causa della presenza di nuovi infissi isolanti non ha più modo di disperdersi all’esterno.

A questo punto probabilmente ti stai chiedendo quanta umidità potrà mai essere prodotta all’interno della tua casa e starai ipotizzando che tale quantità sia talmente bassa da non giustificare tutti questi discorsi. La realtà delle cose però potrebbe stupirti: una famiglia di tre persone produce in media almeno 6 litri di acqua al giorno. Tenendo conto del fatto che in un ambiente chiuso il tasso di umidità corretto si aggira tra il 40 ed il 60%, si capisce facilmente il perché l’aerazione in un’abitazione debitamente isolata sia così necessaria.

Il fatto che in seguito all’istallazione degli infissi l’isolamento dell’edificio sia cresciuto notevolmente comporta anche un’altra problematica: oltre alla stagnazione dell’umidità, il permanere dell’aria all’interno degli ambienti causa l’aumento delle sostanze nocive presenti.

Infatti, col passare del tempo l’aria contenuta in un ambiente domestico chiuso diventa più nociva di quella presente nell’ambiente esterno, che pur essendo a contatto con varie forme inquinanti presenta concentrazioni più basse. Un’abitazione, comprensiva di occupanti, animali, elettrodomestici, mobili, etc., produce infatti sostanze come anidride carbonica, diossido di azoto, batteri e virus, radon, formaldeide, etc..

A questo punto è già fatto un passo importante: ti abbiamo chiarito cosa cambia con l’installazione dei nuovi infissi ed i problemi che tale operazione può causare. Non resta quindi che spiegarti come evitarli in maniera semplice e efficacie.

Dal problema alla soluzione: il ricambio dell’aria

Per prima cosa chiariamo un punto: approcci come bucare le pareti o i cassonetti degli avvolgibili non si possono considerare soluzioni. Essi sono solamente degli escamotage che riportano il sistema finestra alla condizione pre sostituzione e che quindi vanificano la logica di isolamento e di risparmio energetico.

L’unico sistema da utilizzare per riportare in equilibrio la capacità di traspirazione della casa è l’aerazione, che però si può sviluppare in tre diverse maniere:

  • areazione manuale;
  • areazione meccanica o ventilazione meccanica controllata (VMC);
  • combinazione delle due precedenti.

L’aerazione manuale è gratuita, efficacie ed utilizzabile in tutti i tipi di contesti abitativi senza bisogno di interventi impiantistici e/o edilizi.

L’aerazione meccanica comporta costi di acquisto, installazione e mantenimento del sistema, ma non richiede l’intervento umano, è più precisa e si integra alla perfezione con l’edilizia ecosostenibile e il concetto di smart house che è sempre più diffuso.

Queste due soluzioni possono essere anche combinate al fine di massimizzare gli effetti e non dover rinunciare ad abitudini di gestione della casa radicate nel tempo.

Aerazione manuale: tempi, stagioni e tipi di finestra

Una casa appena edificata o ristrutturata di recente dovrà quindi essere gestita con i dovuti modi, in maniera tale da tener conto dei fenomeni che si sviluppano in un ambiente più isolato.  I tempi di apertura delle finestre necessari a garantire il corretto ricambio d’aria in un contesto caratterizzato da infissi nuovi e performanti varia in base ai seguenti aspetti:

  • dimensione degli ambienti;
  • modalità di apertura delle finestre presenti;
  • stagione climatica;
  • numero di persone presenti;
  • tipo di riscaldamento;
  • temperatura di riscaldamento;
  • presenza di piante e/o animali;
  • numero di docce, lavatrici, lavasciuga, lavastoviglie volte tipicamente in un giorno;
  • abitudine a stendere il bucato all’interno di casa.

Risulta quindi evidente che i fattori sono tanti e la situazione andrebbe valutata caso per caso. A livello generale possiamo però fornirti delle indicazioni valide per evitare problematiche.

Nel caso di finestre completamente apribili, di inverno la procedura di aerazione necessita di circa 5 minuti, mentre d’estate di circa 25 minuti, con queste tempistiche che variano leggermente in caso di presenza di finestre contrapposte e di apertura contemporanea delle porte interne.

Queste tempistiche sono da una parte sufficienti per garantire il necessario ricambio d’aria, ma d’altra parte in inverno non sono tali da causare il raffreddamento dei muri, che peggiorerebbe il problema.

Consigliamo di eseguire queste operazioni due volte al giorno, con l’accortezza di metterle in pratica nei momenti più freschi della giornata in estate.

L’errore più tipico in questo contesto è la gestione del bagno ed in particolare della doccia: per far sfogare il vapore che si sviluppa in quel contesto, molti tengono la porta del bagno spalancata: ciò allontana l’umidità dal bagno, ma la porta a diffondersi all’interno dell’abitazione. La soluzione corretta consiste nel tenere la porta chiusa e la finestra aperta, in modo da far sfogare il vapore verso l’esterno e preservare sia il bagno che il resto dell’abitazione. Un ragionamento analogo si applica anche alla cucina, ed in parte alle camere da letto, o comunque ad ogni ambiente in cui lo sviluppo di umidità può essere rilevante.

Un altro importante aspetto di cui tenere conto è la tipologia di finestra attraverso cui transita il flusso d’aria. Con gli infissi a battente si procede come descritto fin’ora, ma in presenza di ante a ribalta vi sono delle regole specifiche. In condizioni invernali è fortemente sconsigliato aerare attraverso questa tipologia di finestre. Infatti, esse non hanno la capacità di far fluire una grande quantità di aria e quindi in inverno richiedono tempi troppo lunghi per ottenere il ricambio d’aria necessario. Inoltre, tenere una finestra aperta in inverno per più ore comporta una dispersione termica (e quindi di denaro) molto elevata, che vanifica la logica del risparmio energetico. Questa soluzione risulta quindi utilizzabile solo nelle stagioni più calde, a riscaldamento spento.

Ventilazione meccanica controllata (VMC)

Un sistema VMC costituisce un impianto vero e proprio e si compone delle seguenti parti:

  • una presa d’aria esterna, dotata di filtro per purificare l’aria ingresso;
  • uno scambiatore di calore (non è obbligatorio, ma comporta importanti vantaggi);
  • un’unità centrale dotata di motore, ventilatore, filtri antipolline e antipolvere, scambiatore di calore, eventuale recuperatore di umidità, eventuale modulo per l’immissione di umidità;
  • tubazioni che si diramano nei vari ambienti dell’edificio, solitamente correndo sotto il cappotto;
  • bocchette di mandata, che insufflano l’aria proveniente dall’esterno nelle stanze in cui si sviluppano scarse quantità di umidità e inquinanti (soggiorno, camere);
  • bocchette di ripresa, che sottraggono l’aria stantia dalle stanze che sono maggiormente fonte di umidità e inquinanti (cucina, bagni).

Questo sistema limita la dispersione energetica in quanto mantiene l’aria a temperatura controllata. Inoltre, un impianto di VMC dotato di scambiatore di calore al centro del doppio flusso consente di recuperare fino al 90% del calore dall’aria in uscita in inverno e viceversa in estate, massimizzando il risparmio energetico.

Ovviamente una soluzione di questo tipo è indicata per edifici ad elevata classe energetica (ad esempio nZEB) in cui il ricambio d’aria non avviene attraverso spifferi, e non per quelli non adeguatamente isolati.

Non areare troppo poco, ma neanche troppo!

Chiarita l’importanza dell’aerazione, va anche sfato il mito, recentemente diffusosi, che in una abitazione ben isolata il ricambio d’aria non è mai troppo. Mantenere le finestre sempre aperte per garantirsi un elevato ricambio d’aria è un errore, soprattutto di inverno, per due motivi fondamentali:

  • vanifica la logica di energy saving che deve essere alla base della realizzazione e della gestione dei moderni edifici. Così facendo, infatti, da una parte si provoca un danno all’ambiente sprecando energia, spesso prodotta da fonti fossile, e dall’altro si appesantisce la bolletta che ogni due mesi ti viene spedita a casa;
  • causa il raffreddamento delle pareti, dei mobili, etc. ed il conseguente sviluppo di punti freddi, in corrispondenza dei quali poi si presenta la muffa, vanificando completamente lo scopo dell’areazione. Infatti, anche per livelli di umidità contenuti (ad esempio 50%), in presenza di temperature basse all’interno dell’edificio (ad esempio al di sotto di 18°) si assiste comunque al fenomeno della condensa.

In inverno la soluzione consigliata, quindi, prevede ricambi di breve durata (in modo da cambiare l’aria, ma non far raffreddare l’ambiente) ripetuti non meno di due volte durante il giorno, in quanto in quella stagione è massimo lo sviluppo di vapore acqueo e di sostanza nocive, prevalentemente a causa della presenza del riscaldamento.

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Con questa guida, ti abbiamo fornito tutte le indicazioni per gestire la tua abitazione al meglio in seguito alla sostituzione dei vecchi infissi, ottenendo ambienti più salubri e confortevoli a livello termo-acustico, nonché risparmio di energia e quindi di costi. Tutto questo a patto che sia gli infissi che la posa siano realizzati a regola d’arte da professionisti qualificati, come quelli presenti presso tutti gli associati ANFIT (Associazione Nazionale per la tutela della Finestra made in Italy)!

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