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BONUS 75%: I SERRAMENTI SONO FUORI

 
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Marco Rossi, Presidente dell’Associazione Anfit, si è mosso in difesa del comparto dei serramenti che sarebbero esclusi dal bonus 2024.
Infatti l’Esecutivo, con la firma del DL n 212/2023 del 28 dicembre, ha licenziato il testo del decreto-legge Superbonus, escludendo a sorpresa serramenti ed infissi dal Bonus 75%.

In questo modo il provvedimento che agevolava con il Bonus 75% i serramenti ed affini viene sostanzialmente eliminato restringendo enormemente l’ambito applicativo.  Era l’ultima agevolazione coperta da sconto in fattura e cessione del credito.

Dunque, a partire dalle spese sostenute dal 30 dicembre 2023 in poi il bonus spetta solo per gli interventi riguardanti scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.  Sono quindi escluse le spese che fino al 2023 erano ammesse relativamente al cambio degli infissi.

Uno schiaffo per l’intero comparto! L’anno 2024 per il settore serramenti si presenta ancora più duro e problematico di come ce lo si prospettava prima del decreto-legge.  Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto dovrà essere approvato dal Parlamento entro 60 giorni.

L’Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy, nella persona del suo Presidente Marco Rossi, si è immediatamente attivata per segnalare a ministri, deputati e senatori la pericolosità di quella che viene definita una “decisione scellerata”.

Chiare ed evidenti le motivazioni a sostegno dell’inclusione del comparto: il Made in Italy merita di essere tutelato.  Dopo le ingiustificate eliminazioni di sconto in fattura e cessione del credito dall’Ecobonus 50%, un’ulteriore, immotivata stangata che rischia di mettere in serio pericolo la stabilità economica di un intero settore.

Sono in ballo migliaia di posti di lavoro e investimenti di un universo artigianale fatto di qualità, controllo e non da ultimo contributi interamente pagati allo Stato italiano, a differenza di quanto sarà se ci si vedrà costretti a cedere il passo alle produzioni estere.

“Il decreto stravolge la pianificazione produttiva e finanziaria del primo semestre del 2024. Tantissime aziende si sono ampliate e hanno fatto investimenti che ora devono ammortizzare e ripagare. Oggi si trovano ad operare senza un contributo importante che sicuramente avrebbe aiutato a raggiungere i budget prefissati per far quadrare i conti” ha sottolineato il Presidente Rossi.

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