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L’importanza della Marcatura CE e dei vetri di sicurezza

Focus sull’importanza e sul fatto che in Italia Marcatura CE e dotazioni di vetri di sicurezza siano obbligatorie per i serramenti.

Un anno fa davamo notizia (qui) della presa di posizione di ENEA sul tema Marcatura CE e D.o.P. dei serramenti. L’Ente, infatti, aveva finalmente inserito nel proprio vademecum dedicato all’Ecobonus l’obbligo di fornire queste documentazioni per poter ottenere i bonus fiscali.

Tale precisazione è stata accolta molto positivamente da ANFIT, anche in base al fatto che l’Associazione da tempo ha spinto in questa direzione, in modo da portare il mercato verso un livello più alto. Infatti, pur essendo la Marcatura CE dei serramenti obbligatoria da un decennio, negli anni molti prodotti privi di Marcatura (o dotati di Marcatura scorretta) hanno potuto usufruire delle incentivazioni, in maniera discutibile.

Inoltre, in questo modo è stata riconosciuta la bontà del processo di controllo qualità interno ad ANFIT, che ha sempre dedicato grande attenzione a tutti gli aspetti legati alla Marcatura CE. Tale protocollo, però, non pone l’attenzione solo su questo aspetto, ma ne considera anche moti altri. Oltre alla tracciabilità, alla cura della posa e all’attenzione agli aspetti energetici in opera, l’Associazione ha sempre attribuito un alto rilievo al tema della sicurezza, richiedendo ai propri produttori di serramenti il rispetto puntuale della norma UNI 7697.

Essa si intitola “Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie” e rappresenta il testo di riferimento per la sicurezza degli infissi in relazione all’elemento vetrato. La prima versione di questo documento risale al 1977 ed è stata nel tempo rielaborata più volte nelle versioni del 2000, 2007 e 2014, fino ad arrivare a quella attualmente in vigore del 2015.

La UNI 7697 ha l’obbiettivo di fissare i requisiti minimi di sicurezza ed è lo strumento che definisce, al variare della destinazione d’uso prevista, i criteri per comporre una vetrata che risulti sicura per gli utilizzatori. Il testo è molto particolareggiato e distingue le possibili configurazioni del vetro, nonché le soluzioni da adottare in relazione alle diverse posizioni e tipologie di lastre presenti.

Il cuore della normativa è costituito da due prospetti, che in relazione alle varie destinazioni d’uso definiscono le sollecitazioni di riferimento, i possibili danni o rischi (alla persona, caduta nel vuoto, sociali), e conseguentemente le tipologie di lastre e la composizione da adottare per ottenere vetrate soddisfacenti a livello di sicurezza.

Il documento contiene numerose ed importanti indicazioni, ma tra queste se ne possono evidenziare alcune in maniera particolare:

  • la lastra interna del vetrocamera dei serramenti posti ad un’altezza superiore a 100 cm da piano di calpestio deve sempre essere di sicurezza, in vetro temprato oppure stratificato (con classi minime rispettivamente 1C3 e 2B2);
  • le porte finestre accessibili da entrambi i lati devono essere dotate di vetro di sicurezza sia interno che esterno;
  • il vetro temperato posto in opera ad altezze superiori a 4 metri rispetto al piano di calpestio, la cui rottura possa proiettare frammenti, deve essere stato sottoposto al test di stabilizzazione termica HST.

Siete sicuri che tutti i serramentisti dedichino tale attenzione a questo tema? Il fatto che molti si trincerino dietro una presunta non cogenza della UNI 7697, porta a rispondere di no. D’altra parte la sicurezza non è la prima qualità che ci si aspetta dai prodotti che si acquistano? In particolare se legati all’edilizia ed alla propria abitazione?

Gli iscritti ad ANFIT vogliono il meglio e ciò vale per la Marcatura CE dei prodotti, per le etichette energetiche, per la tracciabilità, per la posa in opera e per la sicurezza!

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