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Barriere architettoniche, serramenti fuori dal 75% . ANFIT non ci sta!

 

Anche l’Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy ha reso noto di essersi immediatamente attivata, nella persona del suo Presidente Marco Rossi, per segnalare a ministri, deputati e senatori la pericolosità di quella che viene definita “una decisione scellerata”

 

Come abbiamo già pubblicato in questo spazio, l’avvenuta pubblicazione  a fine dicembre del decreto-legge Superbonus che è intervenuto, a sorpresa, anche sulle modalità di applicazione dell’incentivo previsto per l’abbattimento delle Barriere Architettoniche  decretando l’esclusione del beneficio per l’acquisto di serramenti, ha immediatamente spinto alcune associazioni di settore ad intervenire con toni decisi dichiarandosi pronte al confronto costruttivo.

Anche Anfit (Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy, ha reso noto di essersi immediatamente attivata, nella persona del suo Presidente Marco Rossi, per segnalare a ministri, deputati e senatori la pericolosità di quella che viene definita “una decisione scellerata”.

Chiare ed evidenti le motivazioni a sostegno dell’inclusione del comparto: il Made in Italy merita tutela. Dopo le ingiustificate eliminazioni di sconto in fattura e cessione del credito dall’Ecobonus 50%, l’innalzamento all’11% nella Legge di Bilancio 2024 della ritenuta a carico delle imprese sui bonifici parlanti, il decreto legge cosi strutturato” rischia di mettere in serio pericolo la stabilità economica di un intero settore. In ballo posti di lavoro e investimenti di un universo artigianale fatto di qualità, controllo e non da ultimo contributi interamente pagati allo Stato italiano, a differenza di quanto sarà se ci si vedrà costretti a cedere il passo alle produzioni estere” si legge nel comunicato.

Decreto che il Presidente Rossi ha così commentato: “(il decreto) stravolge la pianificazione produttiva e finanziaria del primo semestre del 2024. Tantissime aziende si sono ampliate e hanno fatto investimenti che ora devono ammortizzare e ripagare. Oggi si trovano ad operare senza un contributo importante che sicuramente avrebbe aiutato a raggiungere i budget prefissati per far quadrare i conti”.

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