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Il Ministro Costa ipotizza Ecobonus al 90%? ANFIT ribadisce la sua controproposta

Il Ministro Costa riprende la proposta del Ministro Patuanelli di innalzare l’Ecobonus per rilanciare il settore dell’edilizia. La controproposta di ANFIT.

Torna di attualità l’idea di innalzare l’ Ecobonus allo scopo di far ripartire i settori dell’edilizia e dell’efficienza energetica, dando così una poderosa spinta a tutta l’economia già fiaccata dalla crisi e ora stremata dall’epidemia COVID-19.

L’ultima occasione in cui ci siamo occupati di un simile progetto era il 5 Marzo (vedi news) e l’articolo si sviluppava a partire dall’idea del Ministro Patuanelli di innalzare l’incentivo legato agli interventi di efficienza energetica in edilizia fino al 100 %. In quell’occasione ANFIT ha sviluppato e messo in campo una solida controproposta, articolata su più punti.

Da allora non vi sono stati più aggiornamenti in materia, fino alle recenti dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dal Ministro dell’Ambiente Costa (clicca qui per leggerle direttamente dal quotidiano). In sintesi Costa ha suggerito di portare l’Ecobonus al 90% e di ridurre il numero di annualità per rientrare dell’investimento (da 10 a 3 anni).

Tale proposta risulta in linea con quella formulata a inizio Marzo dal suo omologo al MiSE  e si sviluppa sulla base di idee lodevoli: rimettere in moto un settore fondamentale per l’economia italiana, aiutare i privati cittadini e garantire al contempo il miglioramento delle prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale.

Nella pratica, però, gli effetti di una misura formulata in questa maniera risulterebbero non soddisfacenti e addirittura controproducenti.

Facendo riferimento al settore di competenza di ANFIT, chiariamo meglio tale posizione.

Aumentare la soglia dell’incentivazione rappresenterebbe una svolta positiva per il comparto, ma portarla a livelli troppo elevati e riferirla ad archi temporali molto stretti (3 anni) potrebbe invalidare tali effetti benefici. Il rischio, infatti, è quello di non avere la capienza fiscale per poter detrarre annualmente il corrispettivo derivante da un’Ecobonus al 90% spalmato su 3 anni. Prendendo a riferimento le cifre messe sul tavolo dal Ministro dell’Ambiente, quale privato è in grado di dedicare 100.000 € ad un intervento di efficientamento energetico e, al contempo, presenta una dichiarazione dei redditi tale da consentire di detrarre 30.000 € l’anno?

La posizione di ANFIT su questo tema può nuovamente essere riassunta attraverso i seguenti punti:

  • riportare l’Ecobonus per i serramenti dal 50 al 65%, garantendo ripresa dell’edilizia, risparmio per i privati e miglioramento delle prestazioni energetiche del parco immobiliare nazionale;
  • ridurre da 10 a 5 anni l’orizzonte temporale entro cui le detrazioni possano essere recuperate dal privato, rendendo appetibili gli interventi incentivati anche per le persone non particolarmente giovani;
  • eliminare la ritenuta d’acconto dell’8% per le aziende del Made in Italy, correggendo un sistema ingiusto che dopo l’introduzione della fatturazione elettronica ha perso qualsiasi ragion d’essere;
  • stabilizzazione dell’Ecobonus su di un orizzonte temporale più lungo (almeno un triennio) in modo da consentire un certo grado di programmazione degli interventi da parte del privato;
  • introdurre dei vincoli che rendano questo “Ecobonus potenziato” fruibile solo da parte di chi produce e paga le tasse in Italia favorendo così nell’immediato il Made in Italy;
  • abbandonare qualsiasi proposito di reintrodurre lo sconto in fattura, evitando una misura solo all’apparenza vantaggiosa, ma che nella realtà porta all’aumento dei prezzi per i clienti finali e del debito pubblico dello Stato.

Concludiamo l’articolo con una domanda, a nostro avviso retorica: quale momento più adatto di questo per puntare sulla qualità del Made in Italy?

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