Come abbiamo visto in questi giorni, nella nuova Legge di Bilancio – di cui ora abbiamo la bozza – il Bonus Casa (o Bonus Ristrutturazioni) e l’Ecobonus sono stati confermati ancora per un anno con le aliquote del 50% sulla prima casa e del 36% sugli altri immobili.
ANFIT, Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy, sottolinea però come la Manovra 2026 non preveda il ricorso allo sconto in fattura, che l’Associazione stessa aveva richiesto, anche solo limitatamente agli interventi Ecobonus, per risollevare un comparto in forte rallentamento. Vediamo le osservazioni di ANFIT.
L’iter dello sconto in fattura
ANFIT – nelle parole del Presidente Marco Rossi – ricorda come il meccanismo di cessione dei crediti derivanti da bonus edilizi minori non sia figlio del Decreto Rilancio, perché introdotto la prima volta con la legge di Bilancio 2016, e come si sia andato evolvendo fino ad essere coinvolto dagli effetti negativi del Superbonus e dalle conseguenti misure di cui al DL blocca cessioni.
 
 “Lo stop al Superbonus – continua Rossi – ha rappresentato un provvedimento necessario da parte del Governo per arginare una misura i cui costi per lo Stato sono stati superiori a quelli preventivati. L’effetto di controllo sui conti pubblici del blocco ha tuttavia colpito anche quei settori che nei bonus minori avevano trovato uno slancio costante negli anni, e che oggi si trovano in forte difficoltà, registrando cali che vanno dal 30% fino al 50% del fatturato, con inevitabili ripercussioni sull’occupazione”.
 
 “Alla luce dello scenario attuale di generale rallentamento dell’economia ma del positivo andamento dei Conti Pubblici”, ANFIT aveva quindi richiesto una re-introduzione mirata dei bonus minori (come l’Ecobonus) con lo sconto in fattura.
Lo slancio dato dalle opzioni alternative alla detrazione
I bonus minori, attraverso le opzioni alternative alla detrazione (meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura), “hanno avuto infatti un effetto moltiplicatore delle vendite, senza generare le distorsioni attribuite al più noto Superbonus: la percentuale di sconto pari al 50% del valore dell’intervento congiuntamente ai massimali di spesa previsti ha fatto sì che venissero effettuati interventi solo laddove ritenuti necessari e che ci fosse comunque una ponderazione della spesa da parte del contribuente che deve comunque accollarsi parte della stessa”.
 
 “La crescita delle vendite generate da questo meccanismo – conclude Rossi – ha avuto effetti positivi su economia, occupazione e gettito nel settore dei piccoli medi artigiani, senza distorsioni. È proprio di questo slancio all’economia che oggi c’è un forte ed improcrastinabile bisogno!”.
 
 
       
 
 
