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Superbonus110 %: utilizzo in crescita, crediti bloccati e la risoluzione del Senato per sbloccare la situazione

L’Agenzia delle Entrate aggiorna la Guida al Superbonus110%, ma nel frattempo aumentano le richieste e si bloccano i crediti fiscali.

La situazione relativa al Superbonus110 % continua ad avvitarsi su sé stessa. Mentre ieri (22/06/2022) l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la versione aggiornata a Giugno 2022 della relativa guida (clicca qui), si assiste a una situazione paradossale: da una parte gli ultimi dati ENEA testimoniano come la diffusione della misura sia in crescita continua in relazione a tutte le tipologie edilizie soggette all’incentivo (condomini, unifamiliari e unità immobiliari con accesso autonomo e funzionalmente indipendenti), dall’altra, la circolazione dei crediti che ne derivano risulta sempre più incagliata.

Questa situazione è in larga parte frutto della contraddittoria azione dell’esecutivo in materia, che ha continuamente modificato i canoni della misura e della sua fruizione sotto forma di cessione del credito e/o sconto in fattura.

Per tale ragione le pressioni per un’azione politica che ponga rimedio a tutto ciò si sono fatte sempre più intense e hanno portato a un primo effetto concreto: nella giornata di martedì 21 giugno la decima Commissione (industria, commercio, turismo) del Senato ha approvato una risoluzione volta a impegnare il Governo ad adottare misure per lo sblocco della situazione crediti fiscali.

Il documento, la risoluzione 1205, impegna il Governo sotto due aspetti principali:

  • adottare, in tempi estremamente celeri, ogni opportuna iniziativa, anche di carattere legislativo, volta a garantire le più ampie possibilità per le imprese del settore di operare nell’ambito degli interventi previsti dal Superbonus110 per cento, in particolare rendendo funzionale e pienamente utilizzabile il meccanismo della cessione del credito, consentendo così lo sblocco dei crediti d’imposta presenti nei cassetti fiscali delle medesime imprese,
  • ampliare la platea dei cessionari, prevedendo, tra l’altro, la possibilità per le banche e le società appartenenti a un gruppo bancario di cedere i crediti d’imposta derivanti ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese, di cui al decreto del Ministero dello sviluppo economico del 18 aprile 2005, e anche valutando l’opportunità di coinvolgere Poste Italiane S.p.A. e Cassa depositi e prestiti.

Gli effetti di questa risoluzione, se ci saranno, si concretizzeranno in sede di conversione in Legge dei decreti PNRR2 (DL 36/2022) e Aiuti (DL 50/2022), ma quanto meno il documento rappresenta una presa di coscienza della gravità del problema da parte del Parlamento.

Infine, chiarito come la situazione creata dalle istituzioni sia assolutamente grave, ANFIT ricorda che l’operatività dell’Associazione e degli Associati in materia di cessione del credito dei bonus ordinari è sempre rimasta, e rimane tutt’ora, pienamente operativa.

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