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EPBD IV: due strumenti per attivare i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici

L’iter della EPBD IV procede: pubblicati due strumenti per la redazione dei piani nazionali di ristrutturazione degli edifici.

La Direttiva UE 2024/1275 (EPBD IV o “Case Green”) ha rappresentato uno dei temi di maggiore discussione nel settore dell’edilizia e non solo nel biennio 2023-2024 (clicca qui, qui e qui). L’entrata in vigore di tale Direttiva è avvenuta il 24 Maggio 2024 e da allora l’argomento, a livello di canali di informazione, è progressivamente scivolato nel dimenticatoio.

La macchina è però sempre stata in movimento e in questi giorni assistiamo a un nuovo passaggio dell’iter che porterà a una vera e propria rivoluzione in materia di efficienza energetica in edilizia nell’Unione.

Infatti, il 2 Giugno 2025 la Commissione Europea ha pubblicato due strumenti (clicca qui) volti a supportare gli Stati Membri nella redazione dei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione degli edifici (National Building Renovation Plans NBRP).

Tali strumenti consistono in:

Il flusso delle scadenze è quindi tracciato. L’Articolo 3 della Direttiva EPBD IV stabilisce una timeline ben precisa, che riassumiamo nei suoi primi passaggi attraverso il grafico seguente:

Timeline EPBD IV
 

Entro il 31 Dicembre 2025 gli Stati Membri devono presentare alla Commissione Europea una prima versione dei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione degli edifici. La Commissione, poi, avrà a disposizione 6 mesi per sviluppare e trasmettere richieste di modifica e/o integrazione ai testi. Entro il 31 Dicembre 2026, quindi, ciascuno Stato Membro dovrà procedere alla pubblicazione della versione definitiva del rispettivo piano nazionale di ristrutturazione degli edifici.

Il processo appena descritto è evidentemente incentrato sui NBRP, che rappresenteranno una forma nuova e più evoluta delle Strategie di ristrutturazione a lungo termine che gli stati dell’Unione elaborano da 10 anni a questa parte.

Lo scopo finale, come noto, consiste nell’arrivare a disporre di un parco edilizio decarbonizzato entro il 2050, garantendo al contempo una riduzione dei costi energetici per i cittadini e una maggiore indipendenza energetica per l’Unione.

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